Benito Dell’Aquila
“Mamm Ro Carmn”, sono Carmen ed Emanuele, il dinamico duo dietro le quinte della scena musicale partenopea che sta facendo tremare le basi del patriarcato con il loro mix esplosivo di trap, rap vecchia scuola e testi potenti che prendono di mira gli stereotipi e le ingiustizie della società contemporanea.
Questi due artisti si sono uniti per fare musica, ma anche per denunciare le ingiustizie sociali. La loro canzone di punta, “Maskio Cis“, è un inno sarcastico che mette in ridicolo il predominio dell’uomo cisgender e del patriarcato, facendo sorridere mentre scava sotto la superficie per denunciare le strutture di potere e gli atteggiamenti retrogradi che spesso diamo per scontati.
Immaginatevi una miscela di ritmi travolgenti e testi taglienti che pizzicano le coscienze, il tutto condito con un pizzico di ironia e sarcasmo. È il marchio di fabbrica di Carmen ed Emanuele, un marchio che sta conquistando sempre più ascoltatori.
Ma il loro impegno va oltre la musica. Carmen ed Emanuele si sono schierati dalla parte delle comunità marginalizzate, collaborando con associazioni e gruppi attivisti per portare avanti un messaggio di inclusione e di lotta contro l’oppressione. Scrivono testi che riflettono la rabbia e la frustrazione di coloro che subiscono soprusi, dando voce a chi spesso viene ignorato o silenziato.
E se pensate che tutto ciò suoni troppo serio, vi sbagliate di grosso. Il loro approccio leggero e spiritoso fa sì che anche i temi più pesanti diventino accessibili e intriganti. È come se stessero invitando il pubblico a ballare sulla rivoluzione, a cantare contro le ingiustizie e a sorridere mentre si combatte per un mondo più equo e inclusivo.
Abbiamo raggiunto Carmen Ferrara per una breve dichiarazione.
Qual è stata l’ispirazione dietro la creazione di Maskio Cis?
“Il pezzo è nato più di un anno fa, come uno sbuffo contro i maschi cisgender eterosessuali che agiscono con violenza patriarcale e occupano lo spazio pubblico facendo sentire noi donne (cis e trans) e persone non binarie non al sicuro. A ridosso della giornata della donna, poi, di fronte al dilagare di frasi fatte e luoghi comuni, mimose e serate in discoteca, ho scritto la prima strofa del pezzo. Ero solita fare brevi video su instagram in cui cantavo pezzi ermetici con una chitarra senza corde. La scorsa primavera, Emanuele, il chitarrista, ascolta alcuni dei miei pezzi e decide di arrangiarli. Abbiamo deciso di partire da Maskio Cis, perché rappresenta bene il mood del nostro progetto: un progetto di denuncia verso le ingiustizie sociali, come la violenza di genere.”
Qual è stata la reazione del pubblico?
“Abbiamo iniziato la scorsa estate a suonare per le strade del centro storico di Napoli e sui mezzi pubblici e abbiamo riscontrato da parte delle persone un certo interesse verso il nostro messaggio. A Marzo di quest’anno abbiamo iniziato a presentare il pezzo nei centri sociali e in associazioni transfemministe, la risposta ci ha riempito di gioia. Stiamo proponendo delle attività per co-costruire insieme a chi ci ascolta un senso a partire dai nostri testi. Con “Prime Minister”, scuola di politica per giovani donne, abbiamo realizzato un workshop impiegando metodi creativi come il collage per creare un dibattito sul pezzo; mentre con il collettivo “ccà nisciuna è fessa” faremo un laboratorio attraverso il teatro dell’oppresso. Il nostro desiderio è poter, attraverso la musica, parlare con comunità marginalizzate e scrivere testi per raccontare la rabbia che scaturisce dai soprusi subiti.”
Ci sono altri progetti in cantiere?
“Sì, abbiamo altri brani a cui stiamo lavorando da un annetto. Per l’estate lanceremo un altro singolo che parla di violenza assistita, povertà e case popolari. Più in là usciranno altre canzoni su temi quali le neurodivergenze, l’amore lesbico e il precariato. Oltre a fare musica, ci occupiamo anche di altro, io Carmen, sono un’assegnista di ricerca in sociologia, mentre Emanuele è un esperto di piante selvatiche. Entrambi siamo antispecisti e impegnati nell’attivismo per la giustizia sociale.”