Salvatore Piro
“Stentavamo a crederci. Abbiamo chiamato subito Maria per comunicarglielo. Maria era a scuola, è scoppiata in lacrime. È stato un pianto liberatorio. Il mio compagno è andato già a preparare la nostra casa”.
Queste le prime emozionanti parole rilasciate in esclusiva a Radio Pride da Marcello Carini, ballerino del Teatro Stabile di Palermo. Il suo nome, negli ultimi giorni, è salito alla ribalta delle cronache per la “storia” di Maria.
“Mi state togliendo la felicità” così aveva scritto Maria(nome di fantasia a tutela della privacy), una ragazza di 17 anni, alla presidente del Tribunale dei minori di Palermo. La giovane, da tempo, chiedeva di essere affidata a una coppia omosessuale palermitana. Composta da Marcello Carini, appunto, e Gianluca Mascia, due ballerini del Teatro Massimo di Palermo.
Maria attendeva l’esito da luglio perchè, come lei stesso ha scritto al presidente del tribunale dei minori di Palermo, Flora Randazzo, Marcello e Gianluca le hanno praticamente insegnato “a vivere”.
Circa tre anni fa, Marcello e Gianluca hanno conosciuto la 17enne in una casa famiglia, dopo essere stata allontanata dai suoi genitori. Nel 2020 è iniziato il loro percorso insieme alla ragazza, facendole riacquistare quella serenità che sembrava ormai essere perduta. La coppia, infatti, è stata ritenuta idonea all’affidamento dal tribunale e dai servizi sociali, ma mancava l’ultimo atto: la firma del decreto. Che adesso è finalmente arrivata.
“Faremo in modo di provvedere al più presto”, questa la risposta della presidente del tribunale dei minori, Flora Randazzo, che nel rispondere alla lettera di Maria aveva assicurato: “non c’è alcuna discriminazione delle coppie omogenitoriali”.
“Ci ha chiamato il centro affidi di Palermo, che ha appena ricevuto il decreto firmato” ci confida adesso Marcello, ancora incredulo e gioioso. “Eravamo contentissimi, serviva solo il decreto definitivo”. Sì perchè il tribunale aveva già autorizzato il trasferimento di Maria nella casa della coppia ma – spiega adesso Marcello – “i giudici semplicemente l’autorizzavano a trasferirsi a casa nostra è chiaro che occorreva il decreto finale”.
“Siamo riusciti a ottenere una risposta anche celermente – prosegue Marcello a Radio Pride – secondo me a concorrere per questo risultato hanno contribuito tante cose. Sicuramente anche il fatto che Maria ha sentito l’esigenza di scrivere una lettera. Poi la tanta solidarietà ricevuta”
“Ci auguriamo tutti e tre, io, Maria e Gianluca, che la burocrazia cerchi di togliere meno tempo ai minori. Bisognerebbe che si capisse come dietro a ogni fascicolo c’è un viso, una persona, con tutta una serie di necessità e di bisogni. La discriminazione? Esiste tanta ignoranza che crea discriminazione – conclude – c’è anche molta confusione tra i due istituti giuridici, ovvero l’affido e l’adozione, che sono due cose diverse”.