Salvatore Piro
“Continuo a ritenere l’utero in affitto una pratica disumana, sostengo la proposta di legge per cui diventi un reato universale”. Lo ha detto la premier Giorgia Meloni all’incontro “Per un’Europa giovane. Transizione demografica, ambiente, futuro”.
Secondo la presidente del Consiglio con la maternità surrogata, o come volgarmente ama definirla “utero in affitto”, viene “alimentato un mercato transnazionale spacciandolo con un atto di amore” ma, ha spiegato Merloni, “nessuno mi può convincere che sia un atto d’amore considerare i figli come un prodotto da banco in un supermercato, non è un atto d’amore trasformare il legittimo desiderio di avere un figlio in un diritto che puoi garantirti con qualsiasi mezzo, con qualsiasi mezzo possibile. L’utero in affitto è una pratica disumana e sostengo la proposta di legge perché diventi reato universale”.
La gestazione per altri, o maternità surrogata, è una tecnica di procreazione medicalmente assistita. Prevede che la gravidanza sia portata da una donna per conto terzi. È una pratica illegale in Italia sia per le coppie eterosessuali che per quelle omosessuali, che quando vogliono ricorrerci vanno all’estero, nei Paesi dov’è legale, come ad esempio la Grecia.
Nel 2023 Fratelli d’Italia, partito di riferimento dell’attuale premier Meloni, ha presentato un disegno di legge già approvato ala Camera per rendere la pratica reato universale. La GPA in Italia è vietata dalla legge 40 del 2004 approvata durante il secondo governo Berlusconi. Le pene riguardano “chiunque, in qualsiasi forma, realizza, organizza o pubblicizza” la maternità surrogata con pene che vanno da 600mila euro a due anni di carcere.
Anche Papa Francesco, di recente, ha lanciato il proprio anatema attraverso «Dignitas infinita», documento pubblicato dal Dicastero della Dottrina della fede. Attraverso la GPA «il bambino diventa un mero oggetto». Dunque questa pratica «lede gravemente la dignità della donna e del figlio» essendo «fondata sullo sfruttamento di una situazione di necessità materiale della madre. Un bambino è sempre un dono e mai l’oggetto di un contratto». Motivo per cui, a giudizio della Chiesa, «è da proibire a livello universale».