Benito Dell’Aquila
La 74ª Edizione del Festival di Sanremo non delude le aspettative e passerà alla storia non solo per i numeri da capogiro e gli addii annunciati, bensì per il suo fervore queer che ha acceso i riflettori su temi di uguaglianza e inclusione, nonostante l’ammonimento iniziale di lasciare la politica fuori.
Si chiude certamente un capitolo con l’addio di Amadeus alla direzione artistica dopo cinque anni di successi e con uno share record del 74% nell’ultima serata/ Amadeus ha battuto i suoi stessi record.
L’attenzione, però, non è mancanza sulle controversie e le scelte di programmazione che hanno scosso lo show. Durante la conferenza stampa di avvio alla prima serata, un giornalista ha invitato Amadeus e Mengoni, conduttori della prima serata, a dichiararsi antifasciati, scatenando reazioni controverse alla provocazione di far accennare qualche strofa di “Bella Ciao”.
Tra i momenti più rilevanti, la vittoria di Angelina Mango. Dopo dieci edizioni torna a vincere una donna. Una vittoria avvolta dalla polemica e dalla divisione di chi sostiene e di chi critica il metodo di assegnazione del primo posto. Grande scalpore per la partecipazione di Geolier e per il suo secondo posto sul podio. L’artista partenopeo, con il 60% dei voti del televoto, si aggiudica il titolo di vincitore del pubblico a casa, nonostante le polemiche legate al suo coinvolgimento.
Ma è nell’espressione della comunità queer che il Festival brilla davvero. Big Mama, rappresentante autentica di questa realtà, porta sul palco un messaggio di coraggio e autenticità, incoraggiando gli adolescenti a credere in se stessi e a combattere ogni forma di sopruso, con una dedica sentita alla comunità queer e alla libertà di amare liberamente: “potete farlo!”
Proseguendo durante le serata a lanciare messaggi di positività e mai scontati. La vera rivelazione di questa edizione sanremese.
Loredana Bertè, iconica regina del mondo queer, fa il suo ingresso sul palco nella serata delle cover con i braccialetti rainbow, simbolo tangibile di solidarietà e appartenenza alla comunità LGBTQ+.
Mahmood, con la sua canzone, affronta con coraggio coloro che un tempo lo discriminavano e lo ostacolavano, dimostrando che ora, da artista internazionale, è celebrato anche da coloro che un tempo lo appellavano come “frocio”.
Anche la musica punk della nuova generazione, incarnata dalla band La Sad, si fa portavoce della lotta contro ogni forma di discriminazione, portando in scena una bandiera di inclusione e rispetto contro ogni forma di discriminazione.
E non è solo la musica a far parlare di sé. Anche nel mondo della moda, Sanremo si fa eco di un cambiamento culturale, mostrando sempre più fluidità nei generi e rompendo gli schemi tradizionali, promuovendo l’espressione autentica di sé stessi.
Nell’ampio panorama delle invocazioni ai diritti sociali e civili, Ghali si erge come voce critica che mette in luce un vuoto profondo nel tessuto giuridico del nostro Paese e non solo. Il suo brano in gara denuncia i limiti imposti dai confini nazionali a causa dei quali troppi spesso si generano conflitti e tragedie umane, ma solleva una questione scottante: l’accesso alla cittadinanza. Troppi individui vengono esclusi dai diritti fondamentali nel nostro stesso territorio, semplicemente perché non riconosciuti come “italiani”. Attraverso le parole dell’immortale Toto Cutugno, Ghali affronta con forza e determinazione l’estremismo di destra e i Vannacci di turno che, si ergono a paladini dell’italianità, smascherando ipocrisie e pregiudizi dilaganti nella società contemporanea. Con coraggio e incisività, il rapper milanese ribalta gli stereotipi e sfida le convenzioni, spingendo il pubblico a riflettere e ad agire contro le ingiustizie del sistema.
Il Festival di Sanremo, amato o criticato, rimane uno degli eventi più seguiti e discussi del panorama culturale italiano. Tuttavia, la sua importanza va oltre il mero intrattenimento: Sanremo è un faro di positività e inclusione, un catalizzatore di messaggi che mirano al miglioramento del genere umano.
Sanremo non è più solo una semplice kermesse provinciale, ma si è trasformato in un autentico spettacolo internazionale. Come tale, ha il dovere di dare voce a chi spesso rimane inascoltato. Proprio come avviene nelle notti degli Oscar, dei Grammy o in altre celebrazioni internazionali, Sanremo si pone sullo stesso piano, promuovendo l’uguaglianza e l’inclusione attraverso la musica e l’arte.
Grazie a Sanremo, grazie ad Amadeus e grazia a tutti gli artisti che hanno scelto di solcare questo palcoscenico con intenti di cambiamento e progresso sociale. Il Festival continua a dimostrarsi un punto di riferimento fondamentale per la promozione di valori positivi e per l’affermazione anche delle voci della comunità queer, che trovano in esso un’opportunità di espressione e di visibilità.