Claudio Finelli
Desta sempre più preoccupazione, la possibile diffusione a livello mondiale del vaiolo delle scimmie (Mpox) soprattutto a causa del fatto che il ceppo di cui si riscontra maggiore diffusione è più aggressivo di quello che ha causato l’epidemia nel 2022/2023.
Nei giorni scorsi, polemiche e disappunto ha suscitato la nota informativa destinata alle direzioni generali e sanitarie delle aziende regionali contenente raccomandazioni di prevenzione contro il vaiolo delle scimmie diramata dalla Regione Piemonte. Infatti, nella predetta nota, si evincerebbe che sono soggetti a rischio infezione: «Persone gay, transgender, bisessuali e altri uomini che hanno rapporti sessuali con uomini (msm) che rientrino nei seguenti criteri di rischio: storia recente (ultimi tre mesi) con più partner sessuali; partecipazione a eventi sessuali di gruppo; partecipazione a incontri sessuali in locali, club, cruising e saune; recente infezione sessuale trasmessa; abitudine alla pratica di associare gli atti sessuali al consumo di droghe chimiche».
In realtà, questo documento della Regione Piemonte contrasta con quanto istruito dalle linee guida nazionali che specificano che “Mpox, può essere trasmesso a chiunque, indipendentemente dall’orientamento sessuale o dall’identità di genere, attraverso il contatto con fluidi corporei, contatto con lesioni o oggetti condivisi”.
La nota della regione Piemonte, insomma, evoca spettri e timori che ci ripotano agli albori della diffusione dell’Hiv, allorché stigma e condanna sociale si riversarono drammaticamente sulla comunità Lgbt+, erroneamente ritenuta causa e propagatrice dell’infezione.
Abbiamo chiesto un commento alla Dr.ssa Viviana Rizzo, infettivologa e Vicepresidente di Antinoo Arcigay Napoli:
Stiamo assistendo al trailer di un film già visto: lo stigma è più pericoloso dei virus.
“Mpox può essere trasmesso a chiunque, indipendentemente dall’orientamento sessuale o dall’identità di genere, attraverso il contatto con fluidi corporei, contatto con le lesioni o oggetti condivisi. Può diffondersi da persona a persona attraverso il contatto fisico stretto, anche attraverso baci, abbracci, sesso orale e penetrativo vaginale o anale con una persona infetta“.
Sulla base delle recenti evidenze epidemiologiche, questa è la risposta attuale del Ministero della Salute ai messaggi stigmatizzanti che circolano online in relazione a Mpox. Ancora una volta rischiamo di fare lo stesso errore commesso drammaticamente in passato per l’infezione da HIV, sia per mancanza di informazioni o, ancor peggio, per la volontà di strumentalizzare le malattie al fine di rafforzare argomentazioni contro tendenze, inclinazioni, orientamenti e comportamenti di alcuni gruppi sociali. Lo stigma può avere effetti devastanti non solo sugli individui (sentimento di isolamento e solitudine) ma anche sulla società, col rischio di non riuscire a ridurre l’epidemia tra gruppi di persone che si ritengono “immuni”.
Tutti possiamo ammalarci, Mpox può essere contratto anche attraverso i rapporti sessuali e come per tutte le IST non esistono categorie di rischio ma comportamenti a rischio.
Dal sito del Ministero della salute: Mpox
Dal sito di Arcigay: MONKEY POX | VAIOLO DELLE SCIMMIE, COSA C’E’ DA SAPERE