Claudio Finelli
“Non era bello, era bellissimo. Certe interpretazioni memorabili, per me su tutte nel Gattopardo e in Rocco e i suoi fratelli. Poi per me siccome non è mai stato vero che “muoiono sempre i migliori” nel ricordare Delon, non posso dimenticare la sua manifesta omofobia. Per lui uno come me è contronatura. Per me uno come lui era solo ignorante. Riposi in pace.”
Questo il saluto riservato via social ad Alain Delon dall’attivista Lgbt+ e politico Luca Paladini a poche ore dalla notizia della morte della star e sex symbol del cinema, avvenuta nella giornata di sabato 18 agosto, a causa di un linfoma.
In effetti, nonostante le dicerie circa una supposta ipotetica relazione, mai confermata, con il grande regista Luchino Visconti che ne valorizzò senza dubbio il talento e nonostante l’indiscrezione restituita dall’astrologa Ada Alberti durante una puntata del Grande Fratello Vip 5 nel 2021, indiscrezione secondo la quale Delon potrebbe essere stato bisessuale, la bellissima star del cinema d’oltralpe aveva negli ultimi anni espresso posizioni abbastanza reazionarie relativamente all’omosessualità.
Definitosi nazionalista e gollista, è stato amico di Jean-Marie Le Pen e ha sostenuto il Front National della figlia Marine che, appresane la morte, ha scritto su X: “la leggenda ci ha lasciato”; nel 1968 Delon è stato anche coinvolto nel drammatico caso Markovic, cioè nell’assassinio, mai risolto, del suo amico e guardia del corpo, Stevan Markovic, playboy dalla condotta piuttosto “chiacchierata”, che poco prima di essere ucciso avrebbe affidato al fratello Alexander una lettera in cui avrebbe scritto: “Qualunque cosa accada, e per tutti i guai che potrebbero essermi causati, contatta Alain Delon, sua moglie e il suo compagno,” Marc Antony “un corso, vero gangster, che vive al 42 di Avenue des Gobelins”. Anche Francesco Marcantoni – il Marc Antony della predetta missiva – pericoloso gangster corso, pare fosse tra le frequentazioni di Delon.
Nel 2013, Delon durante la trasmissione C à vous in onda su France 5 ha affermato in diretta che, pur non avendo niente contro i gay che si mettono insieme, gli uomini sono fatti per amare le donne e l’omosessualità è contro natura. D’altronde, già prima di questa boutade, il bell’Alain, in un’intervista rilasciata al Figaro Magazine, pur non manifestando contrarietà alle nozze gay approvate nel suo Paese, aveva espresso netta avversione alle adozioni che la legge aveva esteso anche alle coppie omogenitoriali. Pure in quell’intervista, Delon aveva esternato il tema del “contra naturam” sentenziando: Adesso mi ripeteranno che devo adattarmi a vivere nel mio tempo. Ma vivo male in questa epoca che banalizza ciò che è contro natura.
Il tema del “contra naturam” è un tema cardine della retorica anti-Lgbt, un tema peraltro facilmente “smontabile” in quanto l’omosessualità, come la bisessualità e come tutti gli altri orientamenti sessuali, sono comportamenti ampiamenti diffusi in natura e la stessa scienza oggi istruisce che l’omosessualità non è una scelta e non è una malattia, ma è una condizione naturale del comportamento umano.
Insomma, onore alla bellezza e alla bravura della star icona del cinema di Visconti ma la morte non sempre è una livella e se rimpiangeremo senza dubbio il carisma e lo charme dell’attore, “bello e maledetto”, certamente non rimpiangeremo le sue posizioni anacronisticamente omofobiche e sostanzialmente antiscientifiche.