Antonello Sannino
Le immagini degli scontri di Napoli tra le Forze dell’Ordine e alcuni manifestanti, l’occupazione del Rettorato dell’Università Federico II di Napoli non possono lasciarci indifferenti. E’ più che mai necessaria una riflessione aperta, franca e onesta su quanto succede nella nostra città e intorno a noi. Cercherò di trovare la massima onestà nelle mie parole, pur consapevole che alcune mie affermazioni potranno essere usate e strumentalizzate, decontestualizzate da ogni ragionamento più ampio, come purtroppo è spesso già accaduto. Sento però l’esigenza di non tacere.
Parto da Gaza.
Gaza non è il Vietnam o la Korea, anche se si punta a trasformare la nuova crisi in Medio Oriente in un nuovo “Vietnam” per ridare linfa alla solita retorica della lotta all’imperialismo giudaico statunitense. A Gaza si sta consumando un orrore senza fine: da una parte i militari dello Stato di Israele e dell’altra i terroristi di Hamas alimentati e sovvenzionati dal regime teocratico iraniano. In mezzo il popolo palestinese inerme, schiacciato in un compressore e ostaggio dell’odio e dalle armi di quelle parti sempre più l’una contro l’altra armata. In occidente si prova a reagire a tanto orrore, si manifesta nelle nostre strade e nelle nostre Università per una giustissima “LIBERA PALESTINA”, però spesso si dimentica dell’orrore in Iran, dove si continua a reprimere nel sangue la rivolta delle donne e del popolo iraniano. Mentre si manifesta per la “Libera Palestina”, non si è capaci però di portare la più che doverosa solidarietà a popolo israeliano, colpito da un feroce attacco terroristico lo scorso mese di ottobre e non si riesce a portare vicinanza neppure a quelle famiglie israeliane che ancora oggi, dopo mesi, vivono nell’angoscia per la sorte dei propri cari, ostaggio dei terroristi di Hamas.
Non ci sarà mai una Palestina davvero libera se resterà in ostaggio dei terroristi di Hamas o di altre organizzazioni simili e di regimi teocratici mossi unicamente dal unico folle e anacronistico desiderio di “guerra santa” contro l’occidente che ha come primo vero grande obiettivo la distruzione dello Stato di Israele.
In occidente si manifesta e le Forze dell’Ordine provano, pur commettendo degli inaccettabili errori, come quello delle manganellate agli studenti di Pisa, a difendere non solo il diritto costituzionale alla libera manifestazione, ma anche il diritto costituzionale alla libertà di pensiero e di espressione di tutti coloro che vedono il mondo in maniera diversa da chi manifesta contro la NATO.
Non è mai giustificabile la violenza, ma sento di poter affermare, dopo aver organizzato 18 Pride e decine di manifestazioni, e conoscendo direttamente la professionalità, l’umanità e la serietà di chi lavora alla Questura di Napoli, che la Polizia ha cercato in ogni modo di garantire, da una parte la legittima libertà di manifestare, ma dall’altra anche l’altrettanto legittimo diritto di poter svolgere regolarmente un concerto programmato per il 75anniversario della NATO.
La Democrazia è un bene prezioso e fragilissimo e ha le sue regole per funzionare. La Democraiza va protetta e vanno protette e, se occore, vanno migliorate le sue regole. La Democrazia non va mai umiliata.
La Questura di Napoli non è assolutamente quella di Genova del G8 del 2001.
Gaza non è il Vietnam e la Polizia oggi non è più quella del 68 o del 77.
Purtroppo di contro osservo, con sempre maggiore preoccupazione, che alcuni provano, a dire il vero pochi rispetto ad una rigenerata e sincera voglia di partecipazione collettiva, a strumentalizzare le masse, ad orientarle verso lo scontro.
Dietro la bandiera di un presunto e finto pacifismo, si sfogano personali frustrazioni, profondissimi vuoti politici e umani, personali invidie e paure, ipocrisie varie, ma soprattutto si alimenta l’odio. L’altra faccia di quello stesso odio che rischia di spingerci sempre di più e pericolosamente verso una devastante guerra mondiale, che di fatto purtroppo è probabilmente già iniziata.
Bisogna quindi zittire il direttore di Repubblica, non può e non deve assolutamente parlare all’Università, bisogna interrompere le collaborazioni scientifiche e culturali con Israele. A mio avviso un atto di una violenza intellettuale inaudita, pari ad un rogo di libri messi all’indice. Bisogna bloccare un concerto.
E’ necessario spaventare tutti coloro che vorrebbe davvero manifestare per la Pace, che è cosa ben diversa dallo scendere in piazza con le bandiere di questo o quello Stato, come in un derby di calcio. Si vuole umiliare e intimorire il libero pensiero, puntando il dito sempre contro qualcosa o qualcuno. Per cui se porti solidarietà al popolo israeliano, all’indomani di una feroce e brutale aggressione terroristica, sei un fascista, razzista, imperialista, capitalista.
Ma soprattutto se non ti allinei ad un determinato pensiero unico allora ti appiccicano addosso mille etichette per renderti obiettivo facile e riconosciuto di un dilagante fanatismo integralista, privo di lucidità e pregno d’odio.
Chi agisce in questo modo non vuole la Pace, ma lavora, giorno dopo giorno, solo per la guerra, a servizio, più o meno consapevolmente, dei veri signori della guerra.
Queste manifestazioni di intolleranza rappresentano un nuovo strumento per dividere il vero fronte pacifista, per spaventare le masse, per provare a riportarle in quel limbo terrificante e pietrificante dove a governare il tutto è l’indifferenza, alimentata in ogni attimo e secondo dalla paura di agire e ancor più di pensare. Quella indifferenza che imbalsama le coscienze e spiana la strada alla guerra.
Personalmente non ci sto a questo gioco al massacro e farò di tutto per viaggiare sempre in direzione ostinata e contraria ad ogni forma d’intolleranza, di violenza e di repressione del libero pensiero e del libero agire. Stop a tutte le guerre!