Salvatore Piro
“Aiutiamo G. ad acquistare una protesi oculare al fine di restituire almeno l’aspetto estetico che è andato perso in seguito al trauma al volto“. Questo l’accorato appello lanciato dall’associazione Pride Vesuvio Rainbow, che ha così fatto partire una raccolta fondi a favore dell’ultima, ennesima aggressione choc, molto probabilmente a sfondo omofobo, avvenuta in via Sepolcri a Torre Annunziata. La vittima, G., 50enne, a seguito del fattaccio criminale ha per sempre perso la vista all’occhio destro. “Pride Vesuvio Rainbow è vicina a G., vittima di omofobia – scrive oggi in una nota l’associazione presieduta dal ballerino Danilo Di Leo – sosteniamolo con una donazione”.
Chiunque volesse aderire all’iniziativa potrà versare il proprio contributo sul c.c. di Pride Vesuvio Rainbow con IBAN IT86Q0501803400000016830366 – causale aiuto a G. In alternativa, sarà possibile donare il giovedì, recandosi personalmente presso la sede dell’associazione in Via Fusco, 1, Torre Annunziata (Na).
L’aggressore della vittima è stato di recente condannato, in primo grado, alla pena di sei anni e mezzo di reclusione per lesioni gravissime. Si tratta di un 30enne oplontino, G. O. “Si è trattato di un episodio gravissimo, che meritava giustizia, arrivata, finalmente, pur se a rilento dopo un lungo e articolato processo. Il mio assistito è stato il passatempo di una serata per dieci scellerati ragazzi che hanno approfittato della debolezza di un uomo facile preda di derisione anche per il suo orientamento sessuale e per la sua posizione sociale” ha commentato il legale della vittima, Simonetta Vitiello, che a sua volta ha concordato l’iniziativa solidale con Pride Vesuvio Rainbow.
L’idea di aprire alle donazioni è infatti nata dopo un incontro svoltosi con la vittima, anche alla presenza del proprio avvocato, presso la sede sociale di Via Fusco.
“La nostra associazione si è subito messa in contatto con l’avvocato della vittima di questa tremenda aggressione per offrire pieno supporto alla persona che ha vissuto, dopo quella terribile notte, momenti di sconforto e di forte depressione anche economica” ha dichiarato Danilo Di Leo, presidente di Pride Vesuvio Rainbow.
I fatti si verificarono nella notte tra il 31 agosto e il 1 settembre 2017 e furono denunciati dalla vittima solo due mesi dopo, quando gli fu asportato definitivamente il bulbo oculare perforato da un calcio in pieno volto subito durante l’aggressione.
Durante il processo è emerso che la vittima era omosessuale e per questo oggetto di un’ulteriore discriminazione. La vittima fu prima accerchiata da un branco di circa dieci ragazzini e, subito dopo, pestata quasi a sangue, rinchiusa in un cartone simile a quelli usati per l’imballaggio dei frigoriferi.
Molto probabilmente, la sua “colpa” fu quella di aver manifestato dei palesi atteggiamenti omosessuali. Dopo l’aggressione, G. ha per sempre perso la vista all’occhio destro. Tutto per effetto dello “scoppio del bulbo oculare” causato “dall’azione traumatizzante del gruppo di giovani consistita in una gragnuola di colpi” così come si legge nella perizia firmata dal dottore Antonio Sorrentino, lo specialista in medicina legale nominato sul caso dalla Procura della Repubblica di Torre Annunziata.