Vincenzo Sbrizzi
Il commento più azzeccato, sullo scatto di Jorit con Putin a Sochi, l’ho letto su Facebook sulla home di una collega. Amalia De Simone ha chiesto, infatti, allo street artist di realizzare un murale di Anna Politkovskaja a Mosca. In effetti questo invito rappresenta la sintesi e la risposta migliore a chi come Jorit prova a dare lezioni di democrazia e libertà d’espressione all’Occidente. Se, come ha detto, Putin è umano e andava dimostrato all’Occidente, perché non gli chiede di realizzare un murale della giornalista uccisa nella capitale della federazione russa. È certo che lo zar glielo permetterà così come è stato così magnanimo da concedergli una foto nel corso della conferenza dei giovani a cui l’artista napoletano ha partecipato. Nella sua richiesta al dittatore russo ha anche detto di voler scattare la foto per contrastare la propaganda occidentale che lo dipinge come un mostro mentre lui è convinto della sua umanità. Peccato che proprio questo gesto fatto dal graffitaro sia stato perfettamente al servizio della propaganda russa, una cosa da far impallidire l’istituto Luce. Peraltro, viste le imponenti misure di sicurezza a cui è sottoposto il leader del Cremlino, difficilmente il gesto a favore di telecamere non è stato programmato prima in perfetto stile cinegiornale della Seconda guerra mondiale. Belle anche le immagini successive con la finta emozione di Jorit manco come se avesse abbracciato la sua rockstar preferita o Nelson Mandela. Ma proprio per non voler essere sospettosi e voler credere alla buonafede del gesto del napoletano con altrettanta buonafede gli chiediamo di assecondare la nostra richiesta. Purtroppo chi fa questo mestiere è un po’ sospettoso con Putin vista la fine che hanno fatto la Politkovskaja e tanti altri colleghi che in Russia nella migliore delle ipotesi sono finiti in carcere e ai lavori forzati in Siberia. Siamo, però, pronti a ricrederci grazie all’intercessione dello street artist nostrano e a questo punto, approfittando dei suoi buoni rapporti con lo zar direi se oltre a realizzare il murales potesse anche farci sapere chi ha ucciso la nostra collega nel 2006. Perché è qualche annetto che aspettiamo ma purtroppo non abbiamo avuto risposte convincenti. Magari questa sarà la volta buona, d’altronde facciamo parte della stessa tribù umana, o no?