Stati Uniti, Target rimuove oggetti rivolti alla comunità LGBT+ dopo minacce al proprio personale

Target

Da qualche giorno a questa parte, il più che famoso brand Target si è visto costretto a rimuovere parte del suo merchandising in diversi negozi degli Stati Uniti. Ma partiamo dal principio.

Come ogni anno, Target si mostra una delle compagnie più inclusive e interessate alla comunità LGBT+: in vista del Pride Month, il prossimo giugno, diversi negozi dispongono (anche qui in Italia) di oggettistica rivolta quasi unicamente a celebrale tale evento. In particolar modo negli Stati Uniti, la presenza di tale merchandising non sembra essere stata gradita da (purtroppo) innumerevoli conservatori.

Sui vari social sono infatti comparsi video girati dai conservatori stessi, dove gli allestimenti dell’apposita sezione “Pride” vengono danneggiati, e le dipendenti e i dipendenti importunati –  alcuni, anche minacciati. Gli oggetti definiti “controversi” e maggiormente presi di mira sono dei costumi da bagno tuck-friendly, ossia pensati per essere indossati da persone transgender.

Per quanto possa sembrare assurdo, non è in realtà la prima fastidiosa e inutile “rivolta” dei conservatori: brand come Bud Light e Nike (per citare casi recenti, ma non di certo gli unici), sono stati vittime di critiche e tentativi di boicottaggio; l’unico loro “errore” (sempre secondo i conservatori) è l’aver scelto due persone trans come sponsor per le proprie rispettive pubblicità.

Questa particolare attenzione che i conservatori mostrano per le persone transgender non è una coincidenza – da ormai troppo tempo, negli Stati Uniti questa è la normalità. A causa di una politica che tutela l’odio e discrimina negativamente le diversità, gli stessi conservatori si sentono liberi di contestare qualunque tentativo di includere anche altre realtà (differenti da quelle “tradizionali”), di minacciare e, talvolta, anche di agire con la violenza.

Ciò che sta accadendo nei negozi di Target, dunque, è solo l’ennesima dimostrazione di un’estrema destra che non tollera la nostra esistenza – e che ha già limitato le performance drag e l’assistenza sanitaria per le persone transgender.

Samuel Matrone

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